Il nostro peso è un equilibrio tra le calorie in entrata, cioè quello che mangiamo, e le calorie in uscita (metabolismo basale, termogenesi indotta dagli alimenti, attività fisica). Questo delicato equilibrio è a sua volta regolato da fattori genetici.
Il peso corporeo è un numero che va interpretato: un incremento non è sempre indice di aumento di massa grassa, ad esempio può dipendere da variazioni della massa magra (il muscolo), fluidi corporei, mancato svuotamento intestinale, ecc.
Una valutazione più dettagliata e precisa del peso è sicuramente quella effettuata grazie alla bioimpedenziometria, strumento utile per la stima della massa muscolare, massa grassa e liquidi corporei.
Noi terapeuti su cosa possiamo agire per aiutare il paziente a perdere peso? Su ciò che il paziente mangia e su come motivarlo ad aumentare la sua attività fisica, non sui fattori genetici.
La maggior parte delle persone commette involontari “errori” alimentari e più in generale nello stile di vita: c’è chi mangia pochissimo o chi mangia troppo, chi elimina categorie di alimenti o addirittura salta i pasti, chi non fa attività fisica o chi esagera.
Spesso, al termine di un percorso autogestito, che a volte non è associato al successo sperato, interviene la frustrazione per il mancato raggiungimento dei propri obiettivi nonostante il sacrificio fatto.
Il lavoro del dietista sta nello spiegare quali errori sono stati commessi nell’arco di un percorso autogestito, o ancora meglio, quali sono da evitare o da correggere. Ha il compito di traghettarci verso uno stile di vita diverso da quello adottato sino al momento in cui abbiamo deciso dimetterci a dieta. E’ importante che la dieta calzi con le nostre abitudini quotidiane e che il professionista ci sveli i trucchi per traghettarci verso uno stile di vita diverso.
Il concetto di dieta è interpretato come restrittivo e più banalmente associato all’idea di perdere qualche chilo velocemente. Questo modo di interpretare la dieta ci conduce spesso ad un calo ponderale temporaneo, spesso seguito da una ripresa del peso in tempi brevi (effetto yo-yo).
Imparare a mangiare bene, evitare una dieta restrittiva in modo che l’insegnamento dato permanga al termine del cammino fatto, eliminare definitivamente le abitudini sbagliate di ciascuno di noi. Solo così il calo ponderale sarà duraturo.
Abbiamo parlato di errori di stile di vita citando anche la scarsa attività fisica. In generale troppo poco tempo viene dedicato a questa pratica fondamentale: una giusta attività fisica aiuta a perdere peso, a mantenere il risultato ottenuto e (perché no) lo migliora dal punto di vista estetico. Quindi, nel percorso che si imposta è sempre necessario anche “patteggiare” quanto e come muoversi. Patteggiare vuol dire che se nell’immaginario comune mettersi a dieta equivale (erroneamente) a mangiare poco, nessuno accetta di muoversi di più: la sedentarietà è un fatto culturale talmente radicato che persino parcheggiare un metro più lontano dalla destinazione ci rende già di pessimo umore!
Tuttavia, occorre anche ammettere che ci sono persone che pur in presenza di uno stile di vita adeguato fatto di corretta alimentazione e attività fisica, presentano difficoltà a perdere peso.
In questi casi può essere opportuno, mediante un lavoro di equipe (medico, dietista e se necessario psicologo psicoterapeuta) intraprendere un percorso medicalmente assistito: terapia farmacologica, diete chetogeniche, chirurgia bariatrica.
Attualmente sono a disposizione tre farmaci per il calo ponderale.
La metformina che trova indicazione nelle persone con iperinsulinismo verificato e altri due che sono farmaci di nuova generazione: il primo agisce prevalentemente sul controllo della fame (naltrexone+bupropione), il secondo (liraglutide) è un farmaco che agisce sia sul metabolismo periferico che sul senso della fame. Entrambi questi farmaci NON si sostituiscono ad uno stile di vita sano, ma sicuramente aiutano nel raggiungimento dell’obiettivo di peso salutare prefissato. Poiché sono farmaci veri e propri presentano indicazioni di prescrizione molto precise e possono essere consigliati SOLO da medici specialisti.
Le diete chetogeniche possono essere un ottimo strumento per perdere peso, ma dovrebbero sempre essere valutate e seguite da medico e dietista. È importante effettuarle sempre guidate e mai autogestite.
La chirurgia bariatrica può essere sempre presa in considerazione in persone che abbiano importanti problemi di peso, ma solo in centri specializzati ove sia presente un adeguato protocollo di presa in carico nel quale vengano valutati i criteri di inclusione per effettuare tale percorso.
Dott.ssa Giulia D’Alessandro
Dietologa
Dott.ssa Chiara Dall’Asta
Endocrinologa