Nel gergo scientifico, il fenomeno dell’unghia incarnita è chiamato onicocriptosi.
Si tratta di una condizione patologica da non sottovalutare e da trattare fin da subito: i bordi dell’unghia crescono in maniera errata, inserendosi al di sotto della cute periungueale, cioè attorno all’unghia, generando uno stato di infiammazione che può trasformarsi in granuloma o in un’infezione di quella zona.
Tra le cause più comuni dell’unghia incarnita c’è l’utilizzo di calzature non idonee, malformazioni congenite, tagli impropri o eccessivi dell’unghia, traumi o microtraumatismi ripetuti del letto ungueale. Al contrario di quel che comunemente pensiamo, il taglio arrotondato dà una forma sbagliata alle estremità della lamina ungueale, favorendone la crescita laterale e la penetrazione nei tessuti molli vicini.
La prima figura professionale a cui rivolgersi è il podologo, cioè lo specialista di tutte le patologie del piede, che cercherà di rieducare l’unghia evitando l’intervento chirurgico: se l’unghia non dovesse risultare salvabile sarà possibile eseguire un trattamento chirurgico in onicectomia laser CO2, cioè l’asportazione di quella porzione di unghia malata e della sua matrice.
L’onicectomia è un intervento ambulatoriale della durata di circa 30 minuti e viene svolto in anestesia locale. Questa tipologia di incisione chirurgica garantisce la deambulazione nell’immediato post-operatorio e il recupero totale della zona nell’arco di qualche settimana.
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