Invecchiare è un processo inevitabile per chi ha sommato gli anni ed ha superato la soglia dei 65. Un processo fisico e mentale che comporta ripercussioni sul vissuto personale e sulla percezione di sé. L’anziano sperimenta giorno per giorno il mutamento della biologia e il graduale appesantimento del corpo, i cambiamenti nell’aspetto e l’indebolimento dei sensi. Accetta suo malgrado di modificare le abitudini. Ciò che l’anziano avverte con maggior forza è l’accumulo dei pesi che il tempo comporta, le progressive aggiunte di malanni e disagi, gli sforzi per compiere le attività che fino a poco prima venivano spontanee quali: dormire, mangiare, digerire, camminare, lavarsi, vestirsi. Il tempo si trasforma in una concatenazione di eventi, lo spazio si riduce ad una sequenza di luoghi, la memoria si aggrappa al passato e gestisce a fatica gli episodi del presente.
Questo è l’intimo vissuto dell’anziano che va sempre considerato quando si interagisce con lui per non ferirne il pudore e la fragilità. Sebbene siano comprensibili le insofferenze e le insistenze delle persone attorno che ricordano la forza e l’integrità della persona invecchiata, occorre maturare pazienza e cura verso colui che quotidianamente raccoglie le proprie forze.
Purtroppo o per fortuna, l’invecchiamento non è altro che la somma degli anni che gradatamente si impone. Un totale inevitabile per chi lo vive e per chi lo assiste, che occorre trattare con cura e sensibilità poiché sarà sempre più doloroso e fastidioso per coloro che lo devono vivere rispetto a coloro che lo seguono con l’unico scopo di alleviarlo.
Dott. Claudio Baldini