Le ossa cambiano continuamente e il rimodellamento osseo raggiunge il picco a 20 \30 anni, in seguito si distrugge lentamente più tessuto osseo di quanto se ne fabbrichi.
La probabilità di ammalarsi dipende da come si è partiti a 30 anni, quale malattie intervengono e quali farmaci si assumono negli anni. Numerosi fattori aumentano il rischio di osteoporosi; tra questi: l’uso di tabacco, malattie intestinali anche banali, una vita sedentaria, troppo alcool, uso anche non continuo di cortisone, farmaci per la tiroide o antidepressivi, il diabete, il morbo di Crohn, la celiachia, la famigliarità, la menopausa precoce, uno scarso apporto di verdure, assumere troppo sodio e proteine. Le donne sono più a rischio degli uomini, ma anche costoro possono sviluppare osteoporosi , solitamente in età più avanzata. Uno studio condotto dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità ha evidenziato che in Italia l’Osteoporosi colpisce circa 5.000.000 di persone con 80.000 fratture di femore di cui il 90 % legate ad una caduta. Che l’incidenza di cadute sia maggiore nell’anziano, è legato a molti fattori oltre all’ instabilità neurologica: gioca un ruolo importante anche la vitamina D, di solito molto carente nell’anziano.
Le fratture che si associano alle cadute, dette ‘’ fratture da instabilità ‘’, sono soprattutto a carico del femore, delle vertebre e al polso con le gravi conseguenze che sono ben note.
Essendo una malattia grave va curata con farmaci efficaci, per ridurre il rischio di fratture.
Questi farmaci devono essere prescritti da uno specialista e va chiarito che per quanto strumenti efficaci, non realizzano miracoli inattesi.
Dott.ssa Milly Donati