La patologia del Seno o Cisti Pilonidale, più comunemente chiamata “Cisti sacro-coccigea”, può essere definita come una cavità che si sviluppa nel tessuto sottocutaneo della regione sacrococcigea, in seguito all’ inclusione di un agglomerato di peli normalmente formati.
E’ più frequente nei giovani tra i 20 ed i 25 anni e il rapporto tra pazienti maschi e pazienti femmine è di 4:1.
Il Seno Pilonidale si forma nella regione sacrale nel tessuto adiposo tra la pelle e una struttura densa e rigida che ricopre l’osso sacro, denominata fascia pre-sacrale.
Per molto tempo il Seno Pilonidale è stato considerato di natura congenita; questa ipotesi è stata però contraddetta dal rilievo della rarità della cisti nei bambini e dal riscontro di cisti contenti peli, in tutto uguali al Seno Pilonidale, in corrispondenza degli spazi interdigitali delle mani dei barbieri; questo ha progressivamente avvalorato l’ipotesi che il Seno Pilonidale sia di origine acquisita.
Si ritiene che i microtraumi ripetuti sulle natiche (azioni di sfregamento specialmente se bruschi), come succede nella prolungata posizione seduta o nella deambulazione prolungata, determinino un effetto di “incarnamento” dei peli che penetrano nel tessuto sottocutaneo dando origine a tutte le conseguenze che portano alla comparsa dei sintomi e quindi alla necessità dell’intervento chirurgico. Questo meccanismo di formazione del Seno Pilonidale dà anche ragione della possibilità di recidiva della malattia per un ripetuto ”incarnamento” di altri peli.
Tradizionalmente il trattamento chirurgico del seno pilonidale consiste nella asportazione chirurgica in un solo tempo della cisti e di tutti i tramiti fistolosi (fori di “sfogo” della cisti) attraverso una ampia incisione includente tutte le strutture sopracitate. Tale procedura chirurgica si caratterizza per un decorso post-operatorio piuttosto doloroso e per la necessità, almeno nella fase iniziale, di plurime visite e medicazioni chirurgiche.
Oggi è possibile affrontare questo tipo di intervento con tecnica microchirurgica.
Tale tecnica si sviluppa in due tempi a distanza di circa 3 mesi l’uno dall’altro e consiste in una prima fase durante la quale si procede ad accurata pulizia della cisti e di tutti i “tramiti” fistolosi ed al posizionamento di un laccio in silicone che collega la cisti pilonidale al forame fistoloso.
L’elastico rimane in sede per circa 3 mesi durante i quali provoca una sezione lenta (elastodieresi) con contemporanea cicatrizzazione del tessuto che collega la cisti al forame fistoloso.
Nel secondo tempo chirurgico verrà rimosso l’elastico in silicone e praticata una piccola incisione per l’asportazione della cisti pilonidale residua ridotta ormai a dimensioni millimetriche.
Entrambe le procedure chirurgiche vengono effettuate in anestesia locale ed in regime ambulatoriale.
Il decorso postoperatorio è, in entrambi i tempi, estremamente favorevole ed il paziente può avere una ripresa immediata delle attività quotidiane: lavorativa, igienica, sportiva ecc.
Unica raccomandazione è di mantenere assolutamente depilata per almeno 12 mesi tutta la regione cutanea circostante la zona di intervento chirurgico per ridurre l’incidenza di eventuali recidive.

Dott. Paolo Vanini

Chirurgia Generale